I CONSIGLI DEL SOCCORSO ALPINO PER TORNARE IN MONTAGNA IN SICUREZZA

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Con l’avvio della Fase 2, è possibile, con responsabilità tornare a muoversi in montagna, anche se non in una condizione di completa normalità. I rifugi alpini sono ancora chiusi, i bivacchi restano aperti per emergenza, ma come sottolinea il CAI, “gli spazi, essendo esigui e non sanificati, non garantiscono all’avventore i requisiti, anche minimi, di sicurezza esponendoli al rischio di contagio”. Inoltre in alcune aree d’Italia i sentieri sono ancora interdetti. Con l’emergenza coronavirus di fatto ancora in corso, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) ha ritenuto opportuno stilare un elenco di poche semplice regole, che vanno ad aggiungersi alle disposizioni di legge.

 

Appello alla prudenza del Soccorso Alpino e Speleologico

  1. Informarsi attentamente sulle disposizioni in vigore nel territorio dove si intraprende l’attività.
  2. Pianificare gli spostamenti anche a piedi e in bicicletta, sentieri ed escursioni spesso superano i confini regionali.
  3. Occhio alla forma fisica! Dopo quasi tre mesi di astensione da ogni attività, la montagna va affrontata per gradi.
  4. Muoversi nel rispetto delle misure di legge mantenendo le distanze di sicurezza e utilizzando i DPI, (dispositivi di protezione individuale, mascherina e guanti, n.d.r.) ma non avventurandosi da soli in montagna.
  5. Comunicare ai familiari l’itinerario e portare sempre al seguito un cellulare per eventuali richieste di soccorso.
  6. Evitare attività a rischio sono al momento vietate le attività ad alta intensità e potenziale rischio, che vanno oltre le escursioni e lo sport finalizzato al benessere.